Ulisse è salpato.

Dopotutto Itaca è troppo piccola per un grande viaggiatore come Ulisse. Non solo Penelope ma persino le pietre lo ricorderanno e mai dimenticheranno di come egli fu in grado di scacciare i Proci e di riportare l’ordine sulla piccola isola.

Ma trattenere un avventuriero equivale ad ucciderlo e la morte nel cuore che Penelope prova mentre rilascia dal suo stretto abbraccio l’uomo che ha illuminato la sua vita vedendolo allontanarsi verso il mare aperto non sarà mai nulla in confronto al sentimento che potrebbe provare sapendo di privare il suo amato della libertà. L’imbarcazione è già all’orizzonte, lontana, fredda e Penelope si chiede se nel suo peregrinare Ulisse non decida un giorno di sostare ancora presso Itaca e incrociare di nuovo lo sguardo di colei che fu e forse sarà la persona che più lo amò fra tutte.

Nel frattempo, dismesso il telaio, Penelope si dedicherà all’isola che fu testimone del loro amore ed imparerà a governarla e la renderà splendente affinché la feccia dei mari sia atterrita dalla sua bellezza e solo prodi navigatori come l’Odisseo abbiano il coraggio di calare le ancore nel porto della petrosa Itaca.


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