Per le occasioni speciali, certe amiche di famiglia mi regalavano spesso le confezioni di Mon Cherie, i cioccolatini ripieni di liquore. Mi facevano schifo, ma che potevo fare se non ringraziare e dimostrare che il mio palato apprezzava il gentile pensiero?
Avrei potuto fare molto, in realtà, ma ero piccolo e temevo di sbagliare nel far capire che ad essere gradito era il pensiero ma non il cioccolatino.
Adesso so quanto dolore ho arrecato, a quei poveri Mon Cherie.
Mangiati per buona creanza, deglutiti con disgusto, sputati quando nessuno poteva vedere. Mi sento così.
Sei un disgustoso Mon Cherie, mio caro. La differenza però sta nel fatto che i cioccolatini al posto del cervello hanno una ciliegia candita, la loro ingenuità è perdonabile. Loro non hanno modo di edvitare che qualcuno li scarti, se li mangi e li sputi.
E la reazione è delle peggiori. Torna la chiusura. L’ultima volta i lavori di ripristino dei locali sono durati due anni…questa volta come andrà? E vale la pena di rimetterle a nuovo, queste mura? Potrei dipingerle di colori bellissimi, accesi ed allegri…ma poi a chi le mostrerei? Ancora una volta, mi sento sbranare dal vuoto che come un bruco mi mangia lo stomaco, togliendomi quelle belle sensazioni che provavo. Poi passerà al cuore, per eliminare ogni rischiosa emozione, infine i polmoni per togliermi l’anemòs.
Non voglio! Non voglio!!
…ma non riesco ad impedirlo. Qual’è il segreto per ricominciare? Come posso tornare a quello stato ricettivo, curioso, aperto che a tutto diede inizio poco meno di un anno fa?
La ciliegia candita dentro di me dev’essere ormai avariata…
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