Tutto l’amore che ho

Questa mattina ho capito cosa c’era che mi piaceva in questa canzone e nel suo video estremamente naif, ed è qualcosa che solo chi ha vissuto una storia d’amore appagante può comprendere, probabilmente.

La prima fase del video, quella che precede lo scontro  racconta del momento in cui si è pronti a vivere un amore, in cui ci si aggira per una città desolata senza nemmeno troppe speranze di trovare quello che si cerca. Ma l’amore ti coglie di sorpresa, come l’autobus che travolge la macchina nel video, devia il tuo percorso di vita, ti ribalta, manda in frantumi le tue certezze.

E quando sei innamorato ogni difficoltà si affronta quasi con il sorriso: hai la forza di reagire a chi ti malmena, l’agilità di sfuggire ai lupi famelici, la prontezza di evitare ogni proiettile.

Quando poi l’amore finisce può lasciare ferite e successivamente cicatrici che possono fare male ma che sono niente rispetto all’intensa emozione che abbiamo vissuto. E’ bello fermarsi a guardare quelle ferite, ricordarsi la loro provenienza, quanto sia valsa la pena di procurarsele; e io ho la fortuna di poter dire che, almeno una volta nella mia vita, ho vissuto una storia d’amore travolgente, che lascerà per sempre dei segni indelebili in me e che influenzerà tutto il mio futuro.

E se anche questi segni solcano il mio volto e mi capiterà di vederli ogni giorno guardandomi allo specchio, che importa? Ne è valsa la pena fino all’ultimo minuto e quando un altro amore investirà la mia vita non potrò che godermi lo schianto attimo dopo attimo, lasciandomi trascinare via, fino a quando l’energia dell’impatto non sarà di nuovo esaurita e io mi ritroverò di nuovo ferito e sorridente, sdraiato in mezzo alla strada.

Grazie G., senza di te non sarei tornato ad essere me stesso.


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