Recentemente m’è capitato un fatto davvero curioso: ho scoperto che le schede prepagate dei cellulari possono generare debito!
Anni fa, quando le prepagate furono messe in commercio, ritenni che fossero un’ottima alternativa ai contratti. Il concetto basilare della PREpagata è che PRIMA di poter effettuare una chiamata, l’utente è tenuto a versare una certa quota al gestore di telefonia mobile e in cambio di quella quota il gestore si impegna a fornire servizi equivalenti. A differenza dell’abbonamento, la prepagata ha un grande pregio per chi non coltiva gli euro nell’orto di casa: l’utente sa quanto potrà spendere prima ancora di chiamare. Se l’utente ricarica di 10 euro potrà spendere al massimo 10 euro, dopodiché le conversazioni verranno terminate e l’utente sarà costretto a ricaricare…o a farsi richiamare!
E invece no!
Recentemente ho scoperto che le prepagate possono generare debito. L’operatore (nel mio caso TIM) può decidere di mutare radicalmente i termini dell’accordo con il cliente, trasformando una PRE-pagata in una POST-pagata, ossia in una sorta di carta di credito, che il cliente rimborserà con la prossima ricarica.
La mia pur superficialissima esperienza mi ha permesso di notare un denominatore comune con qualsiasi istituto di credito: nessuno fa credito senza garanzie (ovviamente, aggiungerei). Quando ci si indebita è normale che i nostri creditori si aspettino che il debito venga onorato, altrimenti il rischio per loro sarebbe enorme.
TIM invece non s’aspetta che il debito venga onorato, ma se uno lo onora ne approfitta e si piglia i soldi che puo’.
Cos’è successo? Pare che dal mio cellulare siano partite alcune connessioni al WAP e che qeste siano costate un bel po’ di soldini. L’ultima di queste connessioni, addirittura, è costata poco meno di 30,00 euro per un traffico di poco più di 700 kilobytes (per intenderci, meno di un mega, ma se le tariffe del wap sono queste e l’utente ne è informato, anche se sono esose, non ci si puo’ certo lamentare).
Ora viene il bello: nonostante il mio credito prepagato avesse ad un certo punto raggiunto quota 0 e nonostante quindi io non avessi più diritto ad effettuare connessioni, la TIM non s’è premurata di disconnettermi né di avvisarmi che avevo azzerato il credito. Arrivato a quota -36,95 euro, un messaggio della TIM mi avvisava che il mio credito “STAVA PER terminare”.
Non sono un genio della matematica, ma credo che chiunque si aspetti che quando il credito STA PER terminare non sia ancora terminato. E’ come se durante la messa in memoria di un uomo venuto a mancare tre mesi prima, un medico s’avvicinasse alla vedova e le sussurrasse all’orecchio: “Signora, suo marito sta per morire”.
Bizzarro, no?
Quando arrivò questo messaggio non veritiero, non avevo tempo di stare a controllare perché il credito dell’ultima ricarica (che di solito mi dura un mese e mezzo) si fosse prosciugato in 4/5 giorni ed avevo necessità di usare il telefono, quindi ho ricaricato di 30 euro senza pensarci su troppo e rimandando i controlli all’indomani.
Dopo pochi minuti mi è arrivato un sms della TIM che mi informava che i miei 30 euro erano stati ricevuti e che il mio nuovo credito era di…ZERO euro.
Al che, nonostante non avessi tempo, m’è toccato telefonare al 119 per avere qualche spiegazione. L’operatore, serafico, mi ha comunicato che in realtà i messaggi che informano l’utente del credito residuo possono falsificare un po’ la realtà e, nel caso il credito sia minore di zero, ossia sia negativo, ossia non sia più credito, ma DEBITO, la TIM preferisce non informare l’utente, ma fargli credere che sulla prepagata ci siano solo 0 euro (o che il credito stia per terminare).
Molto bizzarro, no?
L’operatore del 119 mi informa anche che il problema del debito è dovuto al fatto che i sistemi informatici della TIM non sono in grado di calcolare il costo delle connessioni in tempo reale (e che quindi un disservizio della TIM deve gravare sulle tasche dell’utente), che dopo la ricarica di 30 euro appena effettuata io devo ancora 6,95 euro alla TIM per estinguere il mio debito e agginunge infine l’informazione più bizzarra: se voglio, posso azzerare il mio debito mandando un fax al numero 800600119. Mi informa anche che a sua memoria sono stati azzerati debiti ben più pesanti del mio, anche di alcune centinaia di euro.
Ma se il debito si puo’ azzerare semplicemente chiedendolo…come mai la TIM non lo azzera da sé? E se la TIM non è in grado di calcolare in tempo reale i costi effettivi delle chiamate, perché mai non migliora i propri sistemi informatici? La risposta è in una domanda antica: cui prodest?
Al momento le mie intenzioni sono quelle di capire se sia legale o meno che i termini del “contratto” con TIM possano essere mutati senza che l’utente ne sia informato, e se sia lecito indebitare una persona che ha scelto appositamente l’approccio della perpagata proprio per non avere brutte sorprese. Ovviamente richiederò che la TIM azzeri il mio debito, e che mi restituisca i soldi che s’è ciucciata grazie al messaggio (dis)informante riguardo al credito che STAVA PER terminare.
Ho letto in rete che molta gente s’è trovata nelle mie stesse condizioni e a tutti questa faccenda della POST-pagata suona strana. E’ vero che nelle norme d’uso delle prepagate, al punto 3, la TIM scrive: “Qualora il traffico effettuato dovesse superare l’importo del traffico prepagato disponibile, Telecom procederà all’addebito di tale differenza in occasione della prima ricarica”, ma è anche vero che quest’affermazione è incompatibile con la precedente, al punto 1: “Il Cliente potrà effettuare chiamate con l’acquisto di traffico prepagato; esauritosi il traffico, salvo il caso di ricarica, sarà esclusivamente possibile ricevere chiamate in entrata” che è anche più vicino alla logica di una prepagata.
Esauritosi il traffico, al cliente dev’essere impedita qualsiasi connessione a pagamento, a meno che il cliente non scelga in maniera consenziente di indebitarsi con la TIM, attraverso servizi come SOS Ricarica (la cui esistenza sarebbe inutile, se fosse normale generare debito sulle prepagate).
Presto invierò una lamentela alla TIM e diverse copie di questa lamentela a alle varie associazioni consumatori, polizia postale et similia.
Se qualcuno di voi s’è trovato in una situaizone simile alla mia, o se ha qualche informazione che mi puo’ essere d’aiuto, o se ha conoscenze legali tali da evidenziare l’illogicità palese del pagamento posticipato di una prepagata, lo prego di mettersi in contatto con me. Sarebbe carino anche operare in gruppo, magari. Non sia mai ottenessimo gli stessi risultati che ottenemmo tempo fa con l’abolizione dei costi delle ricariche!
Cliccando sul link qui a fianco potrete leggere la Lettera di lamentela per la TIM che ho scritto.
Tanto per farvi fare un giro istruttivo all’interno di questa bella vicenda, vi segnalo alcuni blog in cui ho letto di situazioni simili a quella da me descritta:
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