Ho ritrovato di recente alcune righe che scrissi poco prima che gli scagnozzi del Vaticano ci buttassero fuori casa, distruggendo con noncuranza 27 anni di risparmi e rovinando economicamente anche la nostra famiglia, assieme alle altre 12 nelle nostre stesse condizioni. Questo non potrò mai dimenticarlo. E mai perdonarlo.
A due anni di distanza la rabbia è ancora tanta, e ogni volta che sento quel vecchietto mascherato come a carnevale che parla di rispetto della vita umana mi vien voglia di prenderlo a calci sulle gengive finché, quantomeno, smetta di pronunciare parole che non è degno di pronunciare.
Questo è quello che scrissi un mattino di due anni fa:
Il grande giorno si avvicina – Apr. 12, 2005 at 02:11 AM
Ormai il pensiero è costante. Raccolgo cianfrusaglie, emozioni, pezzi di vita dalle stanze fino a poco tempo fa piene di ricordi, ora piene solo di eco. La truffa portata avanti dal Vaticano l’ha avuta vinta sull’onestà e sul buonsenso. Vomito sui sorrisi beffardi di avvocati incapaci di prendersi responsabilità, e spero che il tempo sani la mia sofferenza e rovini la loro esistenza. Posso perdonare chi sbaglia, non chi commette danno sapendo di far danno. E reputo complici anche coloro che si astengono dall’operare. Così per me è complice di questo reato la polizia, che ci dice che stiamo subendo una truffa…ma ci butta fuori di casa; e la cecità (o meglio il non-voler-vedere) del giudice, che con documenti allucinanti in mano, ci chiedeva “le prove” e non batteva ciglio di fronte alle bugie (scritte e verbali) dell’avvocato della controparte…vergogna!
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