Questa notte ho preso possesso di una casa enorme. Si trovava in fondo ad una lunga discesa, a Rocca di Papa, e contava 4 o cinque piani almeno ed ogni piano era grande come un bell’appartamento (almeno un centinaio di mq). Era stata costruita da una ricca famiglia ed arredata secondo un gusto strano. Tutto era estremamente opulento tirato a lucido, quasi barocco, pesante, kitsch…ma mi piaceva.
Io e mia madre ci siamo stabiliti lì e quasi subito abbiamo proposto a Rosanna di venire anche lei ad occuparne un piano, visto che tanto noi davvero non sapevamo che farcene. Le abbiamo “ceduto” il pian terreno, che aveva una cucina bellissima, tutta in legno grezzo. Anche Nastasia s’era trasferita lì con Rosanna, formavamo una specie di famiglia allargata. Mi ricordo che in uno dei piani occupati da me e mia madre invece c’era un bagno gigantesco e strano. La parete su cui si trovava l’ingresso del bagno era di vetro. Forse c’era qualche tendaggio, per salvaguardare un minimo di privacy, ma tutto sommato la cosa non mi preoccupava. Il ricordo che ho di quel piano infatti è legato ad un piano immerso nella luce, dove tutto è limpido, terso, aperto. Ricordo due dettagli strani, sempre riguardo al bagno: la vasca era esattamente al centro della stanza (o sala, viste le dimensioni), ed era una di quelle vasche con le “zampe”, di gusto antico, ed era allineata lungo una diagonale del rettangolo formato dalla stanza. Inoltre c’era una zona per rivestirsi in cui di fronte ad uno sgabello in muratura stava un altro strano elemento in muratura, simile ad un puff ma con la seduta lievemente inclinata. Ricordo che lo trovavo terribilmente kitsch ma al contempo mi piaceva, mi incuriosiva. Ebbene, dopo averlo osservato un po’ mi sono reso conto che si trattava di una base dove appoggiare le scarpe, una volta tolte.
Ricordo che ad un certo punto pensai anche che viste le dimensioni della casa, potevamo benissimo pensare di considerare i piani come degli appartamenti indipendenti, ed io avrei potuto prenderne uno (quello più in alto) ed abitarci da solo. Poi però una sensazione di sconforto mi ha pervaso, quel genere di paure che si provano da piccoli, quando si ascoltano storie su mostri e fantasmi. Avevo paura che ci fosse qualcosa in quel piano che avrebbe potuto farmi del male, e una volta che i piani fossero stati indipendenti mi sarebbe stato quasi impossibile chiedere aiuto in tempi brevi.
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