Ho paura della mia voce. Ho paura di quello che la mia voce può farti. Ho il terrore di farti provare le sensazioni che ho provato io per più di un anno quando sentivo la sua voce. Mi da fastidio il solo fatto che a distanza di tutto questo tempo ci sia ancora lui quando penso a te. Mi sento uno stronzo per questo. E’ da tanto tempo che vorrei sentirti, magari vederti, sicuramente stringerti forte ma temo che se cedessi alla tentazione di comporre il tuo numero, tu potresti tornare a stare male e questa è l’ultima cosa che vorrei per te. E’ strano come la mia mente viri verso di te nei momenti che non ti ho praticamente mai dato modo di vivere ma che avresti desiderato di passare con me. E così mi ritrovo a pensare a te mentre goffamente mi preparo il pesce o mentre guardo un tramonto mozzafiato o mentre leggo, nel mio lettone. E penso a quanto sarebbe bello se potessi condividere con te questi ritagli di quotidianità. Con te e nessun altro. Mi piacerebbe. La scelta che ho fatto però non è stata avventata, solo dolorosa…è una ferita che cresce col passare del tempo…ma che so che sarebbe inutile rimarginare, perché seppure lasciassi che si formi una crosticina, la gratterei via subito dopo. Sono fatto così ormai. Probabilmente sono fatto male, ho reagito male a quello che capita a tutti, tutti i giorni. Tu però ti sei scontrato solo col peggio di me, riuscendo comunque ad affrontarlo. Ti voglio bene, e te ne vorrò nonostante tutti i miei errori e la mia straordinaria capacità di non far trapelare nulla dietro a questo freddo sorriso distaccato. Ti abbraccio, ovunque tu sia.
Tuo.
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